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Arte e architettura
Palazzo Baronale
Il castello Baronale fu costruito nel 1593, sui resti di una precedente struttura di epoca tardo bizantina. Nonostante i rimaneggiamenti subiti, l’ultimo infatti risale al 1842, la struttura odierna ha conservato l’impianto originario. Sulla facciata si legge la seguente iscrizione” Questo vecchio castello che una col titolo di baronia Filippo Formica il primo tenne nel MDXCIII i fratelli Filippo Angiolo e Giuseppe discendenti di lui soppressi i segni della feudale giurisdizione a miglior forma ridussero nel MDCCCXLIII”.

Particolarmente interessante è la torre ovale, presente all’interno della corte del castello, torre che con la sua pianta ellittica è uno dei pochi esempi esistenti e visibili in Europa. Fu realizzata con tale tecnica costruttiva su progetto dell’architetto Pietro D’Agincourt. Particolarmente interessanti sono gli altorilievi che adornano i beccatelli dei due balconcini che si affacciano sulla piazza. Infatti tre dei sei volti di donna scolpiti in pietra locale presentano un’acconciatura molto singolare e pronunciata, gli altri tre mostrano un evidente gozzo.
 
Chiesa Madre
La Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta è stata eretta nel sec. XVI e all’inizio dell’800 è stata quasi del tutto rifatta. La struttura iniziale doveva essere a croce latina e lunga il doppio rispetto all’attuale. Infatti, in seguito al crollo della roccia su cui era fondato l’edificio si ebbe il conseguente cedimento di buona parte della navata centrale.Anche il corpo di fabbrica del campanile ha subito vari rifacimenti.

L’ultimo nel 1973 ha comportato l’aggiunta di due piani. La struttura della chiesa si conforma di tre navate, quella centrale termina con un presbiterio piatto rispetto alla dinamicità del resto dell’organismo. I dipinti che adornavano le pareti e la zona dell’abside, oggi non più esistenti, risalivano all’epoca di costruzione della chiesa e furono rimaneggiati negli anni’ 50. Nella chiesa sono custodite alcune statue lignee del sec. XVII, tra cui l’Immacolata, San Giacomo e Santa Maria Maddalena.E’ inoltre conservato un battistero in pietra, costruito da un catino di fattura piuttosto grezza datato al XV secolo. La chiesa come è visibile oggi, è frutto di un restauro generale terminato nel 2002.
 
Chiesa di Santa Lucia
La chiesa dedicata a Santa Lucia è stata eretta nel 1933, voluta da alcuni fedeli residenti negli Stati Uniti d’America, come si apprende dalla lapide commemorativa posta all’interno della chiesa durante gli ultimi lavori di restauro.La chiesa ha un impianto estremamente semplice, presenta infatti un’unica navata ed un piccolo campanile la cui campana proviene dalla Cappella di Santa Maria Vignola, i cui ruderi sono visibili nei pressi del Mulino ad acqua. Il tetto è realizzato a capriate in legno con la struttura lasciata a vista. La facciata è impreziosita da un portale, formato da una cornice lineare sormontata da una trabeazione con cornicione aggettante che poggia su due lesene appena accennate. Al suo interno sono custodite le effigi di Santa Lucia ed un pregevole crocifisso.
 
Cappella dell’Addolorata
La cappella dedicata all’Addolorata, annessa al palazzo baronale, è stata edificata nel XVII secolo. La struttura Organizzata in un’ unica navata, è impreziosita da un soffitto ligneo decorato con dipinti ad olio nel quale è stata accuratamente inserita, con una cornice, una tela dipinta anch’essa ad olio, raffigurante una Pietà. Sull’altare si trova una statua” manichino” della Madonna Addolorata del XVIII secolo. Altro prezioso particolare è costituito dall’organo e dalla cantoria in legno intagliato policromo, sostenuta da due colonne. Dietro l’altare maggiore si trova una fonte lavamani con vaschetta e mascherone scolpito in pietra di pregevole fattura. Nello stesso vano sono sepolti il barone Giovanni Formica con la sua consorte Barbara Donnaperna morti rispettivamente nel 1814 e 1835.
 
Madonna della Grotta
Un’icona dell’Assunta è conservata in questa particolare “grotta” realizzata all’inizio del ‘900. La sua realizzazione è legata alla figura di Donato Grosso, un brigante che dopo aver scontato 19 anni di carcere, fu inviato a Cirigliano come vigilante sui lavori di costruzione di una strada. Qui, essendo lui uno dei pochi a saper leggere e scrivere, fu invogliato dai genitori del paese ad aprire una scuola privata serale e diurna. Da maestro speso teneva le lezioni per i suoi scolari all’aperto e, insieme con loro, scavò questa roccia, realizzando una piccola cappella in devozione della Madonna. L’ultima domenica di maggio una processione con la statua dell’Assunta parte dal paese e si dirige verso la grotta dove la statua va a sostituire l’icona. Il 15 agosto, giorno dell’Assunta, la sua statua rientra in processione dalla grotta alla chiesa madre.
 
Torre di avvistamento
La massiccia torre, inserita nella cinta muraria, faceva parte della fortificazione del borgo medioevale. Realizzata con una muratura di pietra locale e su pianta circolare, è stata inglobata nelle strutture successive. Si possono osservare sulla struttura particolari che rimandano alla funzione primaria della torre, come il foro praticato nella muratura, subito sotto i beccatelli e le feritoie entrambi per visionare il territorio circostante. Nei pressi della torre, sono presenti episodi urbani di mura di cinta, a difesa del centro abitato. Il sistema di fortificazione doveva percorrere gran parte del borgo ed avere delle postazioni di vedetta strategiche, in modo da poter visionare l’intero territorio circostante ed avvisare per primi il nemico.
 
Il Mulino ad Acqua
Il vecchio Mulino ad acqua presenta due strutture costruttive di cui una funzionante dalla fine del XVIII secolo. A seguito di una carestia, il barone Filippo Formica ordinò la costruzione di un secondo mulino, adiacente al vecchio, nel 1816. Tale costruzione, però, non fu mai terminata ed è visibile oggi nei suoi ruderi. La gestione del mulino era affidata ad un “ gabellotto” dietro pagamento di un canone; le altre figure che operavano erano il “ molinaro” che si occupava della manutenzione della mola ed il “ saccaro” che portava il frumento alla tramoggia e lo insaccava.

Le macine erano alimentate dall’energia fornita dall’acqua della fiumara qui convogliate attraverso un sistema di canali artificiali che si sviluppavano per lunghe distanze a monte del mulino, al fine di garantire il necessario dislivello. Il flusso idrico nei canali era governato da un sistema di chiuse. L’acqua, raggiunta la vasca di alimentazione soprastante la struttura del mulino, detta “ varchera”, veniva convogliata, mediante una condotta in pietra di forma tronconica, verso una ruota in legno che, grazie a un sistema di ingranaggi, azionava le macine.
 
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