Di antichissima tradizione culturale, rito propiziatorio in cui si mescolano il sacro e il profano. Lo spettacolo consiste nella rappresentazione da parte di alcune persone del paese dei mesi e delle stagioni, ovvero il racconto dei lavori agricoli che in ogni mese dell’anno ricorrono, nonché narrazione delle tradizioni del paese.
E così tra stelle filanti e rafanate, tra cavatelli e coriandoli, sfilano sorridenti e rumorosi il bianco Gennaio, il festoso Aprile, il generoso Giugno, il triste Novembre ecc.accompagnati per le vie del paese dal suono della “cupa-cupa”.
La festa si conclude con una processione molto particolare; un coraggioso individuo, imbiancato di talco e farina, viene disteso in una bara a rappresentare il carnevale “morto” ovvero il concludersi del periodo carnevalesco.
Un fantoccio di paglia a conclusione della festa viene posto al rogo, e lasciato bruciare fra il crepitio delle fiamme, questo a simboleggiare la conclusione del goliardico periodo di carnevale e l’inizio del periodo quaresimale. |
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